martedì 10 ottobre 2023
Le sfide lanciate alle relazioni umane delle nuove applicazioni digitali: il tema della Giornata mondiale delle Comunicazioni 2024 offre spunti per parrocchie, scuole, centri culturali. E per ciascuno
Nel tempo degli algoritmi con la sapienza del cuore
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La pienezza della comunicazione si realizza nella relazione, ovvero nel rapporto di comunione e di reciproca donazione. Può sembrare una definizione ormai superata, eppure mantiene ancora la sua attualità e concretezza in un contesto di grandi cambiamenti. L’uso della tecnologia può supportare, mediare o realizzare la comunicazione sempre in conformità ai princìpi di comunione e donazione.

Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Cei per le Comunicazioni sociali

Vincenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Cei per le Comunicazioni sociali - Foto Siciliani

Per questo, è necessario essere consapevoli delle insidie e delle minacce che agiscono in modo contraddittorio e secondo falsità, portando a chiusure, divisioni, contrapposizioni e conflittualità. Con la conseguenza estrema della sottomissione degli altri. Insomma, il contrario della comunicazione pienamente umana. Nel tema – «Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana» – che papa Francesco ci ha consegnato per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (12 maggio 2024) emerge uno dei grandi rischi di questo tempo: la perdita del senso del limite. Non è una denuncia o un’accezione negativa, ma una presa di coscienza sulla propria essenza. Così recita il Salmo 90: «Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio» (v.12).


Il riferimento al cuore, l’organo che mantiene in vita, segna una congiunzione e un progredire della riflessione in linea con gli ultimi tre anni: l’incontro (2021), la parola (2022), l’ascolto (2023). Tutto il processo comunicativo prende vita dal cuore! Anche le conquiste che stanno costruendo un nuovo ambiente hanno bisogno di questa dimensione vitale. Ecco, il vero senso del limite, che apre alla comunione e alla comunicazione di sé. È la verità, da ricercare e raccontare, che disegna il confine delle nostre azioni, affinché «le macchine – viene ricordato nella nota che illustra il tema della Giornata – non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare».

La connessione tra senso del limite e confine, attraverso la verità, è molto interessante e tutta da sviluppare per il mondo della comunicazione e dell’informazione. Sia per l’evoluzione tecnologica sia, ancora prima, per il riferimento etico e deontologico. Nell’immaginario collettivo il limite segna sempre una linea terminale o divisoria oltre la quale non si va. Avvertirne il senso porta a prendere coscienza anche del valore positivo che quel tratto di demarcazione può segnalare per sé e per gli altri. È una sorta di monito a cogliere, con responsabilità, le «nuove sfide» dei sistemi di intelligenza artificiale perché, come sottolinea la nota vaticana, « vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet».

Il senso del limite diventa spinta progettuale e creativa per tornare al nocciolo della questione e non barattare il «proprio centro» (il cuore) con qualcosa di similare. Ed eccolo, il confine: segnalazione di un rispetto reciproco da far maturare nella nuova era mediatica. Lo sottolinea papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti: « È necessario verificare continuamente che le attuali forme di comunicazione ci orientino effettivamente all’incontro generoso, alla ricerca sincera della verità piena, al servizio, alla vicinanza con gli ultimi, all’impegno di costruire il bene comune» (n. 205). In questo fluttuare tra limite e confine, la sapienza del cuore sostiene l’orientamento per non cadere nelle trappole e negli ingorghi algoritmici. È un’attenzione che riguarda tutti: a livello personale, nelle relazioni mediate dalla tecnologia; a livello sociale e politico, nella richiesta di regole comuni e condivise perché fenomeni nuovi richiedono un approccio globale. L’impegno delle nostre comunità può andare proprio in questa direzione: favorire occasioni di incontro e dialogo per conoscere lo sviluppo e non subirlo passivamente.

Direttore Ufficio nazionale Comunicazioni sociali

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