Segni di un divino che non può sottostare alle logiche e ai poteri del mondo, icone di una libertà infinita che ha la propria radice nel cuore e nell’anima. Questo distingue il credente, il discepolo di Cristo, dentro la storia, così come fu per il vescovo beato Bartolomeo di Breganze, pastore e guida di Vicenza. Nato nel 1200, apparteneva all’antica famiglia di Breganze e da Vicenza fu mandato a studiare a Padova. Entrò poi giovanissimo nell’Ordine dei Predicatori: al tempo san Domenico era ancora in vita. Predicò in varie città dell’Emilia e della Lombardia spesso straziate dalle fazioni e ferite dal diffondersi delle eresie. Papa Gregorio IX lo nominò maestro del Sacro Palazzo, mentre Papa Innocenzo IV lo volle con sé al Concilio di Lione, nominandolo, nel 1253, vescovo di Limassol nell’isola di Cipro. Papa Alessandro IV, nel 1255, lo trasferì alla diocesi di Vicenza, da dove, costretto ad allontanarsi da Ezzelino da Romano, fu inviato come legato in Inghilterra. Sulla strada del ritorno si fermò a Parigi, visitando la corte reale: il sovrano, Luigi IX,
gli regalò una spina della Corona del Salvatore. Tornato a Vicenza vi fece costruire una chiesa detta della Sacra Corona, dove fu venerata la sacra spina, oltre a un Convento Domenicano. Ha scritto 430 opere, tra sermoni e opere di mistica. Morì nella sua Vicenza nel 1270, venendo sepolto nella “sua” chiesa della Santa Corona. Papa Pio VI ne ha confermato il culto proclamandolo beato l’11 settembre 1793.
Altri santi. Sant’Evaristo, papa dal 97 al 105; san Gaudioso di Abitine, vescovo (IV-V sec.).
Letture. Romano. Ef 6,10-20; Sal 143; Lc 13,31-35.
Ambrosiano. Ap 14,1-5; Sal 67 (68); Mt 19,27-29.
Bizantino. Col 1,24-2,1a; Lc 11,14-23.
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