La prima impressione è contraddittoria: c’è qualcosa che sa di già visto e qualcosa di originale nella nuova fiction poliziesca di Canale 5, Vanina - Un vicequestore a Catania, scritta da Leonardo Marini sulla base dei romanzi di Cristina Cassar Scalia, diretta da Davide Marengo, in onda da mercoledì in prima serata. Il vicequestore Vanina Guarrasi, dopo una brillante carriera nell’antimafia, ha lasciato Palermo nel tentativo di sfuggire al passato e al legame con i due uomini che ha amato di più: il padre poliziotto, ucciso da un commando mafioso quando lei aveva solo 14 anni, e l’ex fidanzato Paolo Malfitano, magistrato operativo nell’antimafia. Così Vanina si fa trasferire a Catania alla Sezione omicidi. La fiction, prodotta da Palomar per Rti e interpretata da Giusy Buscemi nel suo primo ruolo da protagonista assoluta, sembra non discostarsi molto dai tanti polizieschi al femminile di cui dicevamo anche ieri e che stanno invadendo le nostre tv. Il già visto sono ovviamente i casi di omicidio da risolvere che s’intrecciano con la vita piuttosto ingarbugliata della protagonista, ma anche i personaggi di contorno compresa, ad esempio, la collega che va in moto come quella di Fosca Innocenti vista sempre su Canale 5. Per certi versi, però, Vanina ricorda anche alcune tra le fiction più originali del genere come Non uccidere (Rai 3), sia per l’impegno della protagonista nella ricerca della verità intesa come missione, sia per il tipo di personaggio femminile malinconico e solitario e persino per l’abbagliamento decisamente casual. Ciò non toglie che in questa fiction di Canale 5 ci siano anche momenti leggeri e ironici. Per cui un giudizio definitivo dipenderà dagli sviluppi futuri anche perché la questione del padre ucciso entra con più precisione in scena soltanto alla fine della prima puntata, mentre anche Paolo sembra riaffacciarsi nella vita di Vanina.
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