Quando ho letto questo dato, mi ha stupito e intristito molto. Ma a pensarci bene non è così sorprendente: quasi 13 milioni di italiani vivono oggi in un Comune nel quale non esiste una libreria, come ha denunciato di recente l'Associazione Italiana Editori. E se questa situazione può essere fisiologica per chi abita in piccoli paesi, colpisce invece che debba subire questa mancanza ben il 21% dei nostri connazionali che risiede in Comuni con più di 10mila abitanti. Con punte drammatiche, come spesso accade, nel Mezzogiorno dove il 33% dei Comuni non è dotato di una libreria.
Naturalmente la libreria è un esercizio commerciale, che come in ogni settore può stare in piedi solo se esiste nel suo territorio una domanda adeguata. E tuttavia ha un ruolo sociale di grandissimo rilievo, perché la sua presenza influenza notevolmente la qualità della vita degli abitanti d'un paese e addirittura la loro stessa possibilità di compiere consapevolmente il loro tragitto di cittadini. L'ho toccato con mano, ogni volta che ho avuto la fortuna di presentare i miei libri in borghi e paeselli di dimensioni minori: realtà in cui, chiuse le sezioni di partito, in questa fase storica la libreria rappresenta l'unico luogo di confronto civile della comunità. Quando invece "l'infrastruttura" non c'è, il viaggio è molto più difficile: uscire dal piccolo recinto quotidiano diventa proibitivo per la nostra mente, se non abbiamo a disposizione la strada che consente di farlo. Non a caso gli indici di lettura sono molto più alti nelle grandi città – dove abbondano le librerie – che in provincia e nei Comuni più piccoli, e più alti al centro delle città che nelle periferie, dove la lettura di un libro è diventato un comportamento terribilmente elitario.
«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto solo una vita: la propria. Chi legge, avrà vissuto 5.000 anni… perché la lettura è una immortalità all'indietro». Parola di Umberto Eco. Escludere 13 milioni di italiani dalla possibilità di vivere questa "immortalità laica" è una forma di ingiustizia sociale che non può essere tollerata. In ognuno degli 8.000 Comuni italiani dovrebbe esserci (almeno) una libreria: come strumento di progresso e simbolo di speranza. Magari prevedendo incentivi fiscali a livello nazionale e bandi regionali a supporto dell'apertura di una libreria nei piccoli paesi, laddove la dura legge del mercato non ne consentirebbe la sopravvivenza. Un sogno impossibile?
@FFDelzio
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