I segni «del volgersi delle anime affaticate dalla vanità e disilluse» verso «la sorgente più pura della verità e della vita si moltiplicano innanzi agli occhi nostri»: così san Giovanni XXIII il 23 novembre 1958 nella Basilica lateranense poche settimane dopo l’elezione, avvenuta il 28 ottobre, chiedeva alla Chiesa di accogliere l’intera umanità. Lui veniva dall’esperienza di due Guerre mondiali e le umili origini facevano battere il suo cuore in sintonia con gli ultimi. Angelo Giuseppe Roncalli era nato a Sotto il Monte, nella Bergamasca, il 25 novembre 1881; prete nel 1905, fu cappellano militare nel primo conflitto mondiale. Nel 1921 era visitatore apostolico in Bulgaria e poi in Turchia; nel 1944 arrivò a Parigi come nunzio. Nel 1953 divenne patriarca di Venezia e 5 anni più tardi diventava il 261° Pontefice. La sua eredità più preziosa da Pontefice è di certo il Concilio Vaticano II e la visione di una Chiesa capace di dialogare con il mondo senza perdere la propria identità. Firmò otto encicliche: le più conosciute sono di certo la «Mater et magistra» del 1961, dedicata alla Dottrina sociale della Chiesa a 70 anni dalla «Rerum novarum» di Leone XIII, e la «Pacem in terris» del 1963, contenente un potente appello «a tutti gli uomini di buona volontà» per la costruzione della pace e del giusto ordine sociale. Il «Papa buono» morì il 3 giugno 1963. È stato beatificato il 3 settembre del 2000 e canonizzato il 27 aprile 2014.
Altri santi. San Filippo, diacono (I sec.); san Firmino di Uzes, vescovo (VI sec.).
Letture. Romano. Gal 5,1-6; Sal 118; Lc 11,37-41.
Ambrosiano. 2Tm 3,1-9; Sal 35 (36); Lc 21,10-19.
Bizantino. Fil 1,8-14; Lc 8,1-3.
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