Tutto, tutto in Italia deve finire in zuffa politica. Anche l’assassinio di Giulia. I quotidiani si fanno megafoni dei due schieramenti: la colpa è del patriarcato imperante e c’è una responsabilità collettiva maschile; no, la responsabilità è solo individuale. In mezzo c’è Marco Travaglio (“Fatto”, 21/11) che si smarca: «Dinanzi alla morte si tace. Chi crede prega, chi non crede riflette, tutti dovrebbero tacere. Soprattutto se non hanno nulla di utile da dire».
A sinistra la sintesi estrema può essere quella di Luca Bottura (“Stampa”, 21/11): «Non mi sento assolto perché sono coinvolto», in cui gli appassionati di Fabrizio De André riconoscono la citazione della Canzone del Maggio (1973): «Anche se voi vi credete assolti / siete lo stesso coinvolti». Chiama alla sbarra i maschi tutti anche Francesco Piccolo (“Repubblica”, 21/11): «Non mi piacciono gli uomini che si sottraggono all’accusa di essere violenti. Non mi piacciono gli uomini che si vogliono salvare».
Sembra poco convinto Paolo Giordano (“Corriere”, 21/11): «Assisto con un po’ di scetticismo alle esibizioni di contrizione maschile». E Caterina Soffici si domanda sgomenta: «Anche i nostri figli potrebbero diventare assassini? Assassini come Filippo? Forse la grande emozione per la fine di Giulia nasce proprio da questa domanda senza risposta». A destra la vedono assai diversamente. Sul “Giornale” (21/11) Pier Luigi del Viscovo – titolo: «Il femminicidio è un male, la colpa non è sociale» – avverte: «Queste responsabilità sono e devono restare personali».
E Vittorio Feltri ribadisce: «Il femminicidio non è la regola, è l’eccezione di cui l’unico autore non è lo Stato e neppure la società, ma colui che impugna l’arma e ammazza. È costui che deve pagare e non il genere maschile nella sua interezza». Si dice stanco, Feltri, di questa criminalizzazione del maschio. «Sono stufo di questa narrazione falsa e viziata». Vanno letti di fila i titoli di prima di “Libero” del 21/11 e del 22/11: «Caccia al maschio. Delirio femminista: sabato corteo contro il governo e gli uomini. Però sostengono Gaza, dove le donne non hanno alcun diritto»; e «Femminismo e martello. L’uso politico della morte». Intanto Mattia Feltri sulla “Stampa” (21/11) invita i maschi all’esame di coscienza: «Ho io mai…». Seguirà l’assoluzione?
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