Sono sempre attratto dagli incroci tra fede religiosa e tifo sportivo, ai quali negli ultimi anni la Rete dà un robusto contributo. Per questo torno sulla notizia – già su Avvenire – di un migliaio di fedeli/tifosi del Bologna saliti al santuario di San Luca, domenica scorsa, a pregare per la guarigione dell'allenatore Siniša Mihajlovic, guidati dal responsabile della pastorale per lo sport don Massimo Vacchetti. La parte assunta dal web in questa storia non consiste solo nel fatto che tra le fonti più ricche di documentazione sull'evento vi è l'hashtag #mihajlovic su Instagram ( tinyurl.com/y3ff7a7x ). L'idea di Giovanni Galvani e Damiano Matteucci si è infatti materializzata sul profilo Facebook di quest'ultimo, maestro elementare, fedele e tifoso. Gli amici digitali possono vedere il suo post del 16 luglio, dove, con esemplare semplicità, sottolinea che, «per chi crede», la guarigione «viene da Dio»; estende la preghiera «a quanti tra familiari e amici» di chi vi parteciperà «sono nella prova»; aggiunge ai titoli della Beata Vergine di San Luca quello, più volte riconosciuto di fatto, di «Madre del Bologna». Anche il sito del Bologna FC e le testate locali hanno contribuito al successo della convocazione rilanciandola in Rete. A posteriori, Antonio Socci ne ha parlato su "Libero" e sul suo blog ( tinyurl.com/y4oxjllx ), evocando fra l'altro un sorprendente – dato il contesto etnico-religioso dell'ex Jugoslavia – legame tra Mihajlovic e Medjugorje. Ma per il resto, dal punto di vista della copertura mediatica la notizia è passata nelle pagine sportive dei siti d'informazione generalista, e non su quelli specializzati nell'informazione religiosa. Sta di fatto che in una caldissima domenica di luglio mille persone si sono mosse a piedi verso un santuario senza che si celebrasse alcuna festa, e molte altre migliaia si sono unite a loro in Rete a suon di like e di condivisioni. Se è una notizia sportiva, credo di sapere chi ha vinto.