Nella rete è entrato da poco più di tre mesi. Finora non ha fatto parlare molto di sé e non è chiaro ancora quanto seguito si sia guadagnato. Eppure, se ben utilizzato, potrebbe dare il suo buon contributo all'integrazione comunitaria sul terreno sempre impervio della comunicazione. Si tratta del primo sito europeo multimediale di informazione, battezzato con la sigla inglese Ednh, ossia European Data News Hub. È una piattaforma giornalistica online, nata grazie a un'alleanza fra l'agenzia italiana Ansa, la francese Afp e la tedesca Dpa, vincitrici di una gara indetta dalla Commissione Ue.
Il sito (www.ednh.news) dovrebbe restare in attività almeno fino a gennaio 2019, è consultabile in cinque lingue (le tre delle testate promotrici più l'inglese e lo spagnolo) e manda in rete analisi e approfondimenti corredati da infografiche, foto e video, animazioni e grafici interattivi. Il tutto può essere scaricato liberamente e ripreso gratuitamente dai media internazionali. I temi affrontati sono quelli che, a livello di opinione pubblica, dovrebbero destare il maggiore interesse dei cittadini comunitari. E proprio per garantire una maggiore aderenza al "sentire" dei possibili fruitori, l'iniziativa editoriale prevede anche il lancio di sondaggi d'opinione ad opera della società tedesca Datenfreunde GmbH.
Finora però di sondaggi autoprodotti non sembra ci sia traccia. Quanto meno, fra quelli di cui le diverse edizioni linguistiche hanno riferito, non risulta in evidenza la "firma" EDNH. Si tratta cioè di fonti esterne al portale. Sempre per avere il polso del pubblico, il progetto prevedeva, al momento del lancio, anche il ricorso ai social media, attraverso i quali l'impiego di funzioni interattive è in teoria più facile e immediato. Ma anche in questo caso non sembra reperibile su Facebook o su Twitter una quanche pagina dell'eurohub informativo. È un peccato perché, se ben studiata, una strategia "2.0" in campo informativo potrebbe provare a dare una buona mano al rilancio dell'idea di Europa.
Ma come si presenta il flusso delle notizie e degli approfondimenti nelle diverse edizioni? La homepage del portale è la medesima per tutte e cinque le aree linguistiche. Lo stesso vale per l'indicazione dei "grandi temi", i contenitori, che dominano in questa fase il dibattito nei Paesi membri: alimentazione e agricoltura, clima, Brexit, le varie elezioni nazionali, immigrazione, terrorismo e sicurezza. Da questo punto in avanti, però, le edizioni si differenziano. Ciascuna redazione linguistica sceglie cosa e quando mettere in rete. Non c'è quindi uniformità ed è logico, oltre che positivo, perché la sensibilità del pubblico non è omogenea nelle diverse aree del Continente e non avrebbe senso infliggere "menu" predisposti con lo stampino.
Così, per esempio, lo scandalo "multinazione" delle uova al Fipronil, scoppiato in Olanda, registrava in pochi giorni soglie di attenzione molto diverse, con nessuna uscita nelle edizioni in italiano e spagnolo, una sola in quella francese, due nell'inglese e addirittura tre nella versione tedesca. Comprensibile, se si tiene conto che in Germania sono entrate 10 milioni di uova contaminate, contro le 700mila che hanno varcato la Manica e il milione e 700mila diffuso in Francia. Al contrario, la "questione Brexit" è decisamente in cima all'attenzione degli angofoni, ai quali nell'ultimo mese il portale ha dedicato una decina di servizi sul divorzio Ue-Gb, accompagnati in alcuni casi da foto e infografiche. Mentre stavolta in coda ci sono Spagna e Italia, che nell'ultimo mese non sono andati oltre uno o due articoli a testa.
Nel complesso la qualità dei servizi è decisamente buona, quasi sempre il corredo infografico è efficace e utile. La cadenza degli aggiornamenti risulta invece deludente e sembra dipendere dalla solerzia delle singole agenzie coinvolte. Ci vorrebbe invece più continuità e un maggiore impiego di risorse professionali, purché davvero motivate e ad alto "tasso" di europeismo.
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