«Eureka» dubbi di doppi tripudi. «La lettera di Einstein sulla fede: "superstizione infantile"» ("Corsera", 14/5, p. 22); «Einstein: ecco la lettera che nega Dio» ("Repubblica", p. 47); «Dio? Una superstizione infantile» ("La Stampa", p. 59). Si «trova» che nel 1954, rispondendo all'invio di un libro di un filosofo sulla religione, Einstein abbia manifestato scarso interesse al tema: «La parola Dio non è niente di più che un'espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia una collezione di onorevoli ma primitive leggende, a dire il vero piuttosto infantili». Se ti fermi ai titoloni la tesi è chiara, netta e di rifiuto, se però poi leggi gli stessi testi, la realtà è meno semplicistica, e trovi che sul tema Einstein ha scritto anche altre cose, e opposte, per esempio che «la scienza senza religione è zoppa, e la religione senza scienza è cieca». Detta tra noi: molto "ratzingeriano", e in anticipo di 60 anni! Il secondo «eureka»? Stesso giorno, ancora titoloni: «Il Vaticano apre agli extraterrestri: si può credere in Dio e in ET» ("Corsera"); «Fratello ET: Dio non esclude gli extraterrestri» ("La Stampa"). Toni simili anche su "Repubblica" e "Messaggero". Che dire? Che le novità sono vecchie di secoli, alcune già nella "Summa" di San Tommaso (1225-1274), e che già negli anni '50 " quelli della lettera di Einstein! " trovi la tesi nel libro di un prete scienziato: M. Alessandri, "Altri mondi abitati?", Ed. Studium. E allora? Tripudi effimeri. In latino i giornali sono "Ephemerides", parola di origine greca: vuol dire che valgono un solo giorno. Talora anche meno"
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