Trasmettere la fede, un compito d’amore
venerdì 28 giugno 2024
Ognuno di noi è per il mondo il volto di Dio su questa terra e l’annuncio dell’amore infinito che è il nostro destino passa dalle nostre parole e dai nostri gesti. Ecco perché ciò che ci è chiesto di fare prima di tutto è di amare coloro che incontriamo, anche coloro che sbagliano. Testimone della catena di trasmissione della fede fu sant’Ireneo di Lione, che nel raccogliere il patrimonio di chi l’aveva preceduto capì l’importanza di salvaguardare la verità attorno all’annuncio del Risorto. Originario forse di Smirne, crebbe nella fede grazie a san Policarpo, a sua volta formatosi alla “scuola” dell’apostolo Giovanni. Nell’anno 177 Ireneo, succedendo a Potino, morto martire, divenne vescovo di Lione, in Gallia, terra di cui imparò le lingue per poter portare il Vangelo alle popolazioni locali. Nei suoi cinque libri «Adversus Haereses» appare chiara non solo la sua abilità da apologeta ma anche il profilo del buono e saggio pastore, preoccupato di coloro che seguono la strada sbagliata. Morì nel 202. Nel 2022 papa Francesco lo ha dichiarato dottore della Chiesa, con il titolo di «Doctor unitatis». Altri santi. San Paolo I, papa (VIII sec.); santa Vincenza Gerosa, vergine (1784-1847). Letture. Romano. 2Re 25,1-12; Sal 136; Mt 8,1-4. Santi Pietro e Paolo, Messa della vigilia. At 3,1-10; Sal 18; Gal 1,11-20; Gv 21,15-19. Ambrosiano. Dt 31,24-32, 1; Sal 32 (33); Lc 8,26-33. Liturgia vigilare vespertina della solennità dei santi Pietro e Paolo apostoli. At 11,1-18; Gal 2,1b-2.6c-9a; Mt 16,13-19. Bizantino. 1Cor 4,5-8; Mt 13,44-54a. t.me/santoavvenire © riproduzione riservata
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