Teologia, educazione e spettacolo nel «San Nicola di Bari» di Bononcini
domenica 8 febbraio 2009
Prendendo a prestito la terminologia corrente dagli attuali palinsesti televisivi, al giorno d'oggi lo si potrebbe collocare a metà strada tra la "fiction" e il "musical"; in età barocca l'«oratorio per quattro voci, concertino e grosso» San Nicola di Bari di Giovanni Bononcini (1670-1747) rappresentava invece un fulgido esempio di melodramma sacro con intenti formativi ed educativi (ed è proprio in questo piccolo dettaglio che il lavoro si differenzia radicalmente dalla quasi totalità degli odierni intrattenimenti dedicati al piccolo schermo).
Tralasciando le più conosciute vicende miracolose compiute dal Vescovo di Mira " morto in odore di santità intorno al 350 e i cui resti furono trasportati a Bari nel 1087 " l'ispirato libretto del letterato Silvio Stampiglia si cura infatti di intrecciare una trama di alto spessore morale e teologico, dottrinale e apologetico; e il Santo taumaturgo, protettore di bambini, marinai e prigionieri, ci viene presentato in una veste per certi versi inedita: quella del giovane adolescente, seguito passo passo nel "reality" dei suoi legami famigliari e dei rapporti con i suoi coetanei. Il San Nicola di Bononcini " eseguito per la prima volta a Roma nel 1693 " racconta così una storia esemplare di obbedienza e disponibilità, di affetti sinceri, tormenti e pentimenti; una celebrazione esaltante delle virtù cristiane, che il compositore parmense si sforza a ogni passaggio di rivestire dell'adeguato accompagnamento sonoro, con effetti di riuscita drammaturgia teatrale e di alto valore artistico.
Con tale spirito l'oratorio è stato riproposto in una recente incisione discografica (pubblicata dall'etichetta Ramée e distribuita da Jupiter) nell'interpretazione realizzata dall'ensemble strumentale belga "Les Muffatti" diretto da Peter van Hayghen e da un quartetto tutto italiano di cantanti solisti, meritevole di una speciale menzione: i soprani Lavinia Bertotti ed Elena Cecchi Fede rispettivamente nei ruoli di San Nicola e di sua madre Giovanna, il basso Furio Zanasi è il padre Epifanio mentre il contralto Gabriella Martellacci impersona l'amico convertito Clizio. Gli interpreti principali di un'esistenza condotta lontana da successo, clamori, mondanità e riflettori: uno spettacolo di vita.
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