mercoledì 3 maggio 2023
Amo le città di frontiera come Bolzano dove spesso ritorno. Mi piace passeggiare nei vicoli del borgo antico. Da via dei Portici raggiungo il fiume, da lì parte la pista pedonale che arriva alle pendici della montagna, poi torno indietro sino al tanto contestato monumento alla Vittoria, travagliato simbolo identitario. Le dogane e gli steccati sono un’invenzione umana. Il giovane Simba, nigeriano incontrato davanti alla Conad, manda all’aria queste catalogazioni: quando gli dissero che avrebbe dovuto optare per la lingua tedesca o italiana, stentò a comprendere il senso della richiesta. Quale era la nazione in cui si trovava? Per spiegarglielo feci ricorso ai tanti idiomi che s’intrecciano come liane nella foresta all’interno del suo continente. Utilizzai google maps nel tentativo di illustrare al migrante infreddolito gli strani confini africani che transitano come se niente fosse in mezzo ai deserti e spezzano in due laghi e fiumi. Simba mi fissava incuriosito e stupefatto. Solo una volta ebbi l’impressione di essere stato davvero compreso: accadde nel momento in cui passammo accanto al museo dedicato a Ötzi, la mummia dell’esploratore preistorico ritrovata nel ghiacciaio della Val Senales. Era più facile immedesimarsi in lui piuttosto che orientarsi nei meandri della burocrazia italiana. © riproduzione riservata
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