I cristiani non temono di affrontare la storia, di farsi portatori di pace là dove contrasti e conflitti creano ferite e disperazione. Ad accompagnarli è il segno del dono più grande: la croce di Cristo. Sotto questa stessa “insegna” si svolse l’esistenza di san Giovanni da Capestrano che visse il proprio ministero di sacerdote sui fronti più delicati dell’Europa del XIV secolo. Era nato a Capestrano, nell’Aquilano nel 1386 da padre nobile tedesco e madre abruzzese. Studiò poi a Perugia diritto, diventando in seguito governatore della città per volere di Ladislao I di Napoli. Un’esperienza di prigionia, però, lo spinse a cambiare vita e a seguire la strada della consacrazione religiosa tra i Frati Minori. Conobbe san Bernardino da Siena e decise di seguirne l’esempio scegliendo il monogramma di Cristo come stemma. Il Papa lo inviò suo legato in Austria, in Baviera, in Polonia, dove si allargava sempre di più la piaga degli Ussiti. In Terra Santa promosse l’unione degli Armeni con Roma. A 70 anni, nel 1456, si trovò alla battaglia di Belgrado, attaccata dai Turchi. Per 11 giorni e 11 notti non abbandonò mai il campo. Tre mesi dopo, il 23 ottobre, Giovanni morì a Ilok, in Croazia. È stato canonizzato da Alessandro VII il 16 ottobre 1690. Nel 1984 san Giovanni Paolo II lo proclamò patrono dei cappellani militari.
Altri santi. San Severino Manlio Boezio, martire (475-524); beato Giovannangelo Porro, religioso (1451-1505).
Letture. Romano. Sir 35,15-17.20-22; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14.
Ambrosiano. At 13,1-5a; Sal 95 (96); Rm 15,15-20; Mt 28,16-20.
Bizantino. Gal 1,11-19; Lc 8,27-39.
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