Il dottor Faustus è nel suo studio, medita ad alta voce (la sua vicenda si svolge in teatro): è ancora giovane ed è già onnisciente: conosce perfettamente le lingue classiche, la filosofia, la scienza, il cosmo, la natura, non hanno segreti per lui. Faustus, l’uomo di cultura rinascimentale, creatura immortale di Christopher Marlowe - grande drammaturgo elisabettiano amico di Shakespeare - vuole andare oltre nella conoscenza, decide di dedicarsi alla magia. Ha sete di assoluto, entusiasta e giovanile, ma mentre si vota alla magia appare Mefistofele, che gli propone un patto: avrà poteri soprannaturali, ubiquità, volo, onnipotenza, una vita superiore ai limiti umani. In cambio, allo scadere del tempo della vita, la sua anima sarà del diavolo. Faustus firma con il suo sangue. Ottiene tutto e commette atti di superbia infinita, compreso un volo in cielo in cui sfida Dio e irride la terra, dall’alto. Ma allo scadere del termine la morte si approssima, e Faustus sarà inghiottito nel buio della terra, senza salvezza.
Non era malvagio, ma aveva creduto suo il talento donatogli da Dio, a cui si era contrapposto.
Marlowe anticipa una tragedia del tempo moderno, la superbia dell’uomo che in nome della scienza sfida e oltraggia la realtà creaturale del mondo, credendo di sostituirsi a Dio.
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