giovedì 7 settembre 2023
Uno per tutti, tutti per uno»: I tre moschettieri è un romanzo ariostesco, e ai magnifici tre si aggiungerà il quarto e l’insuperabile D’Artagnan: sembra fatto di vento. Sempre al galoppo, sempre in fuga o all’inseguimento, sempre nei guai e sempre in movimento. D’Artagnan, creatura immortale consegnataci da Alexander Dumas, sciabola e cavallo, colpi nell’aria e volo sulla superficie del suolo. Lo unisce al mondo il suo senso di lealtà primordiale: il re francese, di cui è fedelissimo servitore, non brilla per lungimiranza e maestà nelle pagine rapinose e radenti di Dumas, ma ciò non importa: il re è la parte a cui D’Artagnan si è votato. Il perfido Cardinale potrebbe avere anche le sue ragioni, ma non importa: è antagonista del signore dei Moschettieri, quindi per quanto intelligente, è l’avversario. Avversario, non nemico, perché questo romanzo non è una tragedia ma uno splendido gioco. I tre moschettieri è un romanzo che appartiene alla tradizione delle danze e delle giostre inscenate dai prestigiatori della pagina, i drammaturghi senza teatro, i burattinai infallibili, quali Ariosto, Dickens, Collodi, e non all’epica, alla letteratura del combattimento e degli eroi. È un genere letterario raro e ben rappresentato, quello dei Sogni felici. © riproduzione riservata
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