Restare sui social o andarsene? E sarà la fuga nobile del prigioniero o quella codarda del disertore? Nelle ultime settimane il tema dei social, della loro stanchezza e inadeguatezza, del loro essere – senza rimedio? – generatori di odio e sciatteria è comparso più volte sui quotidiani, ed è forse giunto il momento di dipanare il gomitolo. A occuparsene di più è stata la “Stampa”, forse perché il 19/1 è stata Concita De Gregorio, in una pagina intera, a porre la questione senza mezzi termini: «Fate presto, uscite dai social». Si va al nocciolo: il patrimonio, meglio ancora, la merce di cui noi abbondiamo e di cui tutti, dalla tv ai social, sono golosi è il nostro tempo, che «non è infinito, quindi riprendiamocelo». Constata Concita: «Le persone migliori che conosco non sono sui social». È stanca, anzi prostrata: «C’è sempre un amico che ti avvisa: sei in tendenza, hai visto? Tendenza. Che parola assurda, senza l’indicazione di un approdo. Verso cosa tende, esattamente, questa tendenza? Che trappola. La reputazione, la popolarità. E invece, pensa: prima contavano l’identità, l’autorevolezza». L’errore mortale che imprigiona e inaridisce è ritenere che la vita sia lì, sui social, con i follower e i like. De Gregorio si affida al poeta e mistico francese Christian Bobin: «La verità non è tanto nella parola ma negli occhi, nelle mani e nel silenzio». Una bellissima pagina.
Il giorno dopo (20/1) sempre sulla “Stampa” Concita De Gregorio trova un’alleata – o forse no, bisognerebbe approfondire – in Selvaggia Lucarelli, intervistata da Simonetta Sciandivasci. Ha un milione di follower ma, dice, vivrebbe perfino meglio senza: «I social sono come il successo: non è che trasformino la gente, la smascherano». Con i social sono peggiorata nel senso che «ho rinunciato a parte della socialità, quella delle banali uscite a cena con gli amici». Bisogna riequilibrare; quindi 24 ore dopo la “Stampa” (21/1) con Elisabetta Pagani interpella la scrittrice Teresa Ciabatti, titolo: «Non toglietemi i social, sono curiosa», con questo sommario illuminante: «Seguo i Ferragnez, hanno un modo di raccontarsi divertente e intelligente, è come un libro sulla famiglia». Vabbè.Siamo appena all’inizio. Nei giorni successivi si aggiungono “Domani” “Corriere” e “Repubblica”. A dopodomani.
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