Sicuri, così sicuri che la loro "fede" si fa malafede. Specialisti in materia, quelli dell'"Espresso". Giorgio Bocca è il meno colpevole, ma anche lui non scherza. Da giovane gli è capitato di essere fascista, poi ha cambiato e ha fatto bene, ma quando scrive - numero in edicola, contro Gianfranco Fini: "Le rapide giravolte dei nostri trasformisti" - pare pretendere che dopo di lui a destra non sia consentito a nessuno di cambiare orientamento. Salvo lui, tutti camerati, e per sempre! E il morbo dilaga. Stesso numero, Edmondo Berselli - "Don Francesco e l'onorevole Rutelli" - rimprovera il fatto che il leader della Margherita sulla fecondazione assistita abbia parlato e agito secondo coscienza. A lui non sta bene, e accusa Rutelli di aver "avvelenato la coalizione" con "la propria sensibilità cattolica" di "oggi". Però poi scrive che "la legge in sé non è cattolica". E allora? Allora questi liberali dell'"Espresso" lo sono talmente che vogliono decidere per tutti. E guai a chi li delude. Stesso numero, un velenoso trafiletto infilza Gad Lerner: ha fatto pubblicità, nientemeno, insieme a Vittorio Feltri! Traditore come Rutelli, e a pagamento! Loro rilanciano una velenosa accusa dell'"Unità", già smentita per iscritto da Lerner: i proventi di quella pubblicità sono tutti destinati in beneficenza. All'"Espresso" non leggono, o amano "avvelenare" le notizie? Ambedue le cose. Vale anche per Michele Serra che, stesso numero, inizia così un suo pezzo, "Santa Eterologa, dacci un aiutino": "Prima di giudicare la nuova legge sulla fecondazione assistita, bisognerebbe conoscerla"" Poi scrive mostrando di non conoscerla. Dite che quella di Serra è satira? Allora va bene. Del resto lo è anche "Lupus"!
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: