Da dove sgorga questa solitudine umana che si addensa sui marciapiedi delle nostre città, si corica sotto i cavalcavia, dorme protetta dai portici del centro? Da dove proviene questa onda di triste emarginazione che si avvolge in logore coperte di lana, impregnate di pioggia, e che campeggia, pochi fortunati, dentro a piccole tende erette nei giardinetti pubblici o riparandosi con cespugli e fronde d'albero? A chi appartengono queste vite, quali sono i loro nomi, da dove vengono queste persone che preparano il loro pasto quotidiano su un fuoco primitivo acceso ai bordi di una strada?
Ce lo dice una ricerca condotta dalla fondazione parigina "Abbé-Pierre", in collaborazione con la "Federazione europea delle associazioni nazionali che lavorano con i senzatetto" (Feantsa, con sede a Bruxelles): su scala europea, su 220 milioni di famiglie, circa 11 milioni non hanno una residenza personale. Sono senza casa o sono ospitati da terzi, in un rifugio, in un ostello, negli hotel sociali.
Eccoli qui i senzatetto del Terzo millennio. I senza fissa dimora, gli "homeless" inglesi, i "sans abri" francesi, gli "obdachlos" tedeschi, i "sin hogar" spagnoli. Il loro numero è in costante aumento. Perché è soprattutto il costo delle case per le famiglie povere in progressiva crescita che alimenta la vulnerabilità, in progressivo peggioramento.
A Parigi e in Francia, nell'ultimo triennio, il numero dei senza tetto è aumentato in maniera preoccupante del 50 per cento. Raggiungendo la spaventosa cifra di 100.000 persone, ospitate ogni notte dallo Stato. Ma ovunque in Europa le cifre si sono rafforzate in maniera drammatica: + 150% in Germania, tra il 2014 e il 2016; +145% in Irlanda, tra il 2014 e il 2017; + 169% nel Regno Unito, tra il 2010 e il 2017; + 96% a Bruxelles, tra il 2008 e il 2016; + 20,5% in Spagna, tra il 2014 e il 2016.
A casa nostra, in Italia, i senzatetto sono stimati, dati Istat un poco datati, in 50.724. Sono coloro che nel periodo osservato, tra novembre e dicembre 2014, hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 Comuni italiani in cui e stata condotta l'indagine. Il 2,43 per mille della popolazione regolarmente iscritta presso i Comuni considerati dall'indagine, valore in aumento rispetto a tre anni prima, quando era il 2,31 per mille (47.648 persone). Per lo piu sono uomini (85,7%), stranieri (58,2%), con meno di 54 anni (75,8%). Dunque nel pieno della vita.
Il fenomeno, avvertono gli esperti, è destinato a peggiorare e sempre di più coinvolge anche i minori, le donne e chi, i giovani, pur avendo un lavoro non può concedersi una casa. Di fronte a questa Caporetto europea dei senza fissa dimora che dormono per strada, c'è una eccezione, ed è la Finlandia. Il numero dei senzatetto, degli "asunnoton", in questo Paese è stato ridotto del 18% tra il 2009 e il 2016. La politica finlandese ha rivolto attenzione specifica a una azione basata sul principio del "prima la casa". Prevenire gli sfratti, intervenendo il più rapidamente possibile quando una persona si trova senza più alloggio, evitando le soluzioni di emergenza.
Questa solitudine, questa presenza sofferente e silenziosa, che ogni giorno tutti noi incrociamo sulle nostre strade, se non affrontata in tempo, rischia di diventare il gradino che porterà alle baraccopoli, oscuri luoghi senza legge e poca speranza.
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