Parlando di cognome facile è ricordare un irresistibile Totò che rivolgendosi a Corrado chiedeva: «Corrado di nome, ma il cognome?». «Corrado e basta» rispondeva il presentatore. «Ah, dunque: Corrado lo Scognomato», concludeva Totò! Nel mondo latino i maschi, invece, abbondavano di nomi e di cognomi: la rosa dei tria nomina era composta del praenomen, il nostro nome proprio, del nomen, il nostro cognome e del cognomen che, invece, l'uomo si guadagnava con le sue prodezze o meritava con i suoi difetti. Un Marco Tullio venne chiamato Cicerone, perché aveva sul viso dei porri grandi come ceci! Se, poi, un ragazzo veniva adottato, egli assumeva tutti i tre i nomi del padre adottivo senza lasciare quello del suo padre carnale. Esempio illustre quello di un tale che si chiamò: Gaius Iulius Caesar Octavianus. Un cognome in più per il figlio adottivo! La profusione dei nomi familiari segnala l'importanza dell'origine e della memoria, nella vita di una persona. Si capisce, pertanto, la riflessione che fa Eva Cantarella: «Cosa accadrà con le nuove norme sulle unioni civili: la scelta del cognome sarà una scelta individuale, affettiva, a volte, forse, anche di convenienza». Da eredità ricevuta anche il cognome diventa scelta individuale. Si è sempre più soli «sul cuor della terra»?
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