Mi fa sempre piacere quando dai contatti digitali mi arriva la possibilità di sorridere a proposito di alcuni aspetti della vita della Chiesa. Certo, «non basta» liquidare con una facezia questioni che sono spesso serie e talvolta drammatiche; ma qualche volta, come diceva quel vecchio spot delle caramelle, «aiuta». Negli ultimi giorni ne ho avuto diverse prove. A proposito del dibattito sulla modifica del Padre Nostro, dopo che l'avevo richiamato qui un amico ha commentato su Facebook con una battuta che, pare, circola da tempo nelle curie, e cioè che un liturgista si distinguerebbe da un terrorista perché quest'ultimo, almeno all'inizio, si dice disposto a trattare. Poco tempo dopo, su un gruppo di WhatsApp composto da cultori del religionismo, mi hanno raggiunto nove versioni ecclesiali, marcate "CattOnerD", del noto filone «hai due mucche...», nato (presto fede a Wikipedia) negli anni Trenta del secolo scorso come esemplificazione delle principali politiche economiche, ma al quale il web ha, comprensibilmente, donato nuova fortuna e numerose estensioni, anche per quanto si presta ai meme. Il bello sarebbe leggerle in sequenza, ma qui posso solo riportare quella, amara e lapidaria, sulla parrocchia: «Avevi due mucche. Sono scappate». Che si sposa bene al tweet, segnalatomi da un follower, con il quale don Dino Pirri, sul suo social preferito, ha commentato il Black Friday in corso: «In parrocchia, confessioni gratuite con penitenza dimezzata. Approfittatene!». Per contestare il fatto che i centri commerciali sono, sempre più, le grandi cattedrali nelle quali si officiano i riti del consumo, e che di questi riti il Black Friday è l'ultima aberrazione - visto che precede una delle stagioni nelle quali, tradizionalmente, i consumi crescono, cioè quella natalizia - mi è parso efficace immaginare che la Chiesa faccia altrettanto, promettendo confessioni particolarmente indulgenti prima che inizi un tempo nel quale, tradizionalmente, se ne intensificherà la richiesta. Tutto ciò in meno dei canonici 140 caratteri.
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