martedì 12 settembre 2023
Il lettore di queste Preistorie ha già incontrato Ugo Foscolo, che nel sonetto Alla sera esprime meraviglia e gratitudine per il momento del passaggio dal giorno alla notte: “Forse perché della fatal quïete/ Tu sei l’imago, a me sí cara vieni,/ O Sera!”. Il tramonto e la sera incombente sono
in realtà un
quotidiano dramma cosmico, un miracolo di cui l’uomo si è dimenticato, e che Foscolo riscopre e celebra. Il poeta
Foscolo ringrazia la sera che placa il suo spirito guerriero, che reca la necessaria pace nel necessario furore della vita. è un momento topico, si passa dal regno della luce a quello del buio. Il suo non è affatto un atteggiamento triste, di rinuncia: loda e celebra, pieno di gratitudine,
la sera
e con essa la natura, il tramonto che gli reca pace, placando il suo
“spirto guerrier,” comunque
prova di vitalità e vita. All’opposto dell’altro grande poeta italiano dell’Ottocento: se Foscolo è drammatico, Leopardi è tragico. Anela all’infinito, e lo
coglie, attimicamente, ma sente la Natura “matrigna”, ostile. Sì, l’infinito,
ma vive come una condanna
la realtà del creato. Che Foscolo onora e loda, ringraziando la sera come Francesco d’Assisi ringraziò e lodò l’acqua,
il sole, la luna... © riproduzione riservata
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