Riemerge dall'oblio il redentivo «World Requiem» di John Foulds
domenica 1 giugno 2008
Uno straziante urlo di dolore, tutto interiore, che presenta i toni sommessi e composti del lamento funebre; è questa l'intima cifra espressiva che caratterizza il World Requiem di John Herbert Foulds (1880-1939), monumentale opera concepita tra il 1918 e il 1921, immediatamente a ridosso della fine della Grande Guerra. Il programma di sala della prima esecuzione faceva riferimento a «un cenotafio sonoro»: «Un tributo musicale in memoria dei defunti di tutte le nazioni e un messaggio di consolazione per i loro familiari», ricostruito attraverso un lungo e articolato testo in lingua inglese che riporta citazioni e parafrasi dalla Sacra Bibbia rielaborate più o meno liberamente dallo stesso autore.
Strutturata in due parti distinte, ulteriormente suddivise in dieci diverse sezioni ciascuna, la partitura richiede un imponente organico che prevede un quartetto di cantanti solisti, un coro misto e uno di voci bianche, un organo e una grande orchestra, a cui vanno aggiunti un ensemble di violini, arpe e celesta e tre gruppi di ottoni e percussioni; in occasione della première (che ebbe luogo l'11 novembre 1923 presso la Royal Albert Hall, in presenza del Principe di Galles), Foulds guidò una compagine di ben 1.250 elementi e portò il World Requiem a un enorme successo. Replicato più volte durante le celebrazioni ufficiali in onore dei caduti della Prima Guerra mondiale, il lavoro andò incontro a un lungo e inspiegabile periodo di oblio, praticamente fino al recente progetto di revisione promosso dalla Bbc, culminato con un'esibizione dal vivo e con la prima registrazione discografica assoluta dell'opera, che vede riuniti, sotto la bacchetta del direttore Leon Botstein, la Bbc Symphony Orchestra e un'ampia formazione corale formata da Trinity Boys Choir, Crouch End Festival Chorus, Philharmonia Chorus e Bbc Symphony Chorus (2 Super Audio Cd pubblicati da Chandos e distribuiti da Jupiter).
Tra abbaglianti squarci sonori di mahleriana memoria ed evocazioni trascendenti di stampo brahmsiano, torna così a riecheggiare il messaggio universale di pace e fratellanza del Requiem di Foulds, che dagli abissi più profondi del dolore umano riesce a raggiungere le vette più alte e ispirate della fiduciosa speranza nella redenzione finale.
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