Pagine in disordine... Ieri (“Repubblica”, p. 52) l'intellettuale algerino Kamel Daoud dopo aver scartato ogni altra soluzione soprattutto se “religiosa” sul senso della vita, espone la sua ricetta sicura: «Scrivere è l'unico stratagemma efficace contro la morte». Sarà anche un po' vero, ma pare poco consolante, posto che tutti si muore e quasi tutti non scrivono. Trovo lì (p. 12) anche l'accorata proposta di Luciano Canfora, intellettuale rigoroso e rispettabile: «La rivoluzione ci parla ancora. La sinistra adesso difenda i deboli». Due “ricette”: la scrittura e la rivoluzione come difesa dei poveri. E la religione? Quella ebraico cristiana come “Scrittura” – con la S maiuscola – pare proponibile anche con la «difesa dei poveri». Per qualcuno, è noto, «Dio è morto». Ma pare di no! Sempre ieri, sempre in pagina un po' gridata leggo che «L'uomo di oggi è il più religioso di sempre». Da un eccesso all'altro! E non finisce qui, sempre “Repubblica” (p. 12) leggo: «I sindacati dal Papa», con proclama: «Le parole del Papa e della Chiesa sul lavoro sono in sintonia con quanto diciamo noi». Ed eccole, le parole del Papa rivolte alla fraternità dei Francescani accanto a lui in gran numero: «Vivere andando incontro a Dio, all'umanità, al creato». Già: l'unico modo credibile – “Scrittura” alla mano: si consoli Kamel Daoud! – di resistere al nulla è riconoscere Dio nell'umanità di ogni prossimo, a cominciare dai “deboli” – si consolerà, forse, anche Canfora – e insieme “camminare” nella vita ogni giorno. Vale non solo per i francescani: «Aprite i vostri cuori e abbracciate i lebbrosi del nostro tempo»! Rileggo e torno all'inizio, a quelle “pagine sparse in disordine” che così paiono anch'esse “tessere” di un mosaico antico e sempre nuovo proposto come «unico stratagemma efficace contro la morte». Bella sorpresa!
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