Pagine come cimiteri d'agosto: fuochi fatui. Cominciamo da ieri. "Il Tempo", titolo p. 9: "Il Papa alla Chiesa: cambiate musica"! All'Angelus, per la festa di Cecilia, santa della musica, il Papa elogia chi crea ed esegue musica liturgica. Qualcuno fa diventare la cosa una reprimenda. A chi? Anche agli uomini più vicini al Papa, con nomi e cognomi di supposti schieramenti in lotta. Il lettore normale non ci capisce niente, salvo che il Papa rimprovera "la Chiesa! Sempre in tema di reprimende un po' folli, ieri "Il Mattino", p. 2: "Quei vescovi amici dei terroristi". Un prete accusa "la Santa Sede, responsabile di aver perseguito una politica insensatamente pacifista" e spara sui "nostri vescovi che sono cattivi maestri, portano sulla propria coscienza il sangue di tante vittime di questi mesi, ora anche dei nostri carabinieri di Nasiriyah "e forse vogliono la stessa pace che ci impongono i terroristi". Uno scherzo? Macché! Il rev. continua: "chi pensa a una provocazione sbaglia". Leggi e, se non è invenzione del giornalista, pensi tu: a san Filippo Neri, che uscendo di casa chiedeva alla Madonna di tenergli le mani sulla testa, perché altrimenti lui sarebbe stato capace di ogni sciocchezza. Talora - realtà non romanzesca - pare non ci sia più neppure "la testa. Cambiamo musica. Su "Repubblica", sabato, tre pagine intere - con intervista di Nello Ajello all'"antichista" Luciano Canfora - dedicate a Berlusconi con titolo: "Rubicone: la discesa in campo". Tutto un parallelo con Giulio Cesare. Leggi e ti paiono tre pagine molto masochiste: con la speranza occulta di Bruto e Cassio" La testa va usata bene.
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