La televisione, in particolare quella generalista, è ormai, come si sa, un prodotto per persone mature, per non dire anziane. Ecco allora che tanti programmi guardano al pubblico di una certa età puntando soprattutto sull’effetto nostalgia. Succede invece che La seconda vita - Il paradiso può attendere, che ha preso il via la settimana appena trascorsa intorno alle 15,30 su Rai 3 (in onda dal lunedì al venerdì ad eccezione di quando deve lasciare spazio alle cronache parlamentari), non sia un programma fatto esclusivamente per gli anziani, bensì dagli anziani e in qualche modo rivolto a tutti. E non solo al conduttore, il giornalista Marcello Masi, che ogni volta si presenta dicendo che ha 65 anni e che tra un po’ andrà in pensione e per questo è «alla ricerca di ispirazioni, idee e luoghi per trascorrere una seconda vita ideale, perché la felicità non ha età». Dopo di che parte la sigla che è la canzone di Patty Pravo «Il paradiso», quello che come dice il titolo del programma «può attendere», che poi è anche il titolo del noto film statunitense del 1978 interpretato da Warren Beatty che lo firma anche come regista con Buck Henry. A parte questo, Masi va in giro per l’Italia nei panni dell’aspirante pensionato per incontrare chi sta vivendo la seconda vita, quella che inizia dopo il lavoro. Così facendo scopre uomini e donne che dopo la pensione non si sono messi in pantofole sul divano, ma hanno iniziato altre attività, anche importanti, spesso artistiche o di volontariato (non pochi con disabili), tanto che il conduttore, perfettamente a suo agio in questo format agile e garbato di appena mezz’ora, deve ammettere che «l’arte, il mettersi in gioco, i viaggi, l’aiuto agli altri trasformano la vita in un grande miracolo». E questo è un messaggio positivo per tutti, anche per coloro che per motivi anagrafici sono nel pieno della prima vita.
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