Rai 3, “I miserabili” con una novità
giovedì 2 gennaio 2020
I miserabili di Victor Hugo non è solo un classico della letteratura francese dell'Ottocento, è anche un punto di riferimento costante per cinema e televisione. Non si contano gli adattamenti per grande e piccolo schermo, oltre a quelli teatrali. Si sono confrontati con il popolare romanzo storico cineasti come Claude Lelouch e Tom Hooper, attori come Gérard Depardieu e Russel Crowe. Per non parlare della memorabile versione tv del 1964 firmata da Sandro Bolchi con Gastone Moschin, Tino Carraro, Giulia Lazzarini e una tredicenne Loretta Goggi nella parte di Cosette da piccola (nome che in realtà, come altri, fu italianizzato in Cosetta per l'occasione). Dieci puntate interamente girate in studio per il più lungo sceneggiato fino a quel momento proposto in televisione. Più conciso, invece, l'adattamento in tre puntate prodotto dall'inglese Bbc che si conclude domenica prossima alle 21.20 su Rai 3. La storia, ovviamente, è sempre quella, ambientata nei bassifondi della società francese a partire dai giorni successivi alla battaglia di Waterloo del giugno 1815. Protagonista è Jean Valjean (in questo caso l'attore Dominic West), un detenuto che cerca in tutti i modi di fuggire dal suo passato e dall'irremovibile ispettore Javert al suo inseguimento da anni. E qui c'è la novità di questa versione televisiva del romanzo di Hugo: l'avere affidato la parte di Javert a un attore di colore, David Oyelowo, che ha tutta l'aria del poliziotto moderno. A parte questo, la vita di Jean, com'è noto s'intreccia con quella di una giovane madre disperata, Fantine (Lily Collins), che sul letto di morte gli affida la figlioletta Cosette. Attraverso non poche vicissitudini si arriva all'insurrezione repubblicana di Parigi del giugno 1832 con una trama che da sempre si regge sulla sua forza melodrammatica (qui con qualche eccesso nelle violenze fisiche e verbali inflitte alla piccola Cosette). Una vicenda che comunque non ha bisogno di particolari innovazioni se non di quelle dettate dall'evoluzione delle tecniche cinematografiche o televisive, evidenti, ovviamente, anche in quest'ultimo adattamento televisivo. Basta la sequenza iniziale con lo sterminio di Waterloo per averne un'idea.
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