Che fosse finito Dalla vostra parte e iniziato Quinta colonna quasi non ce ne siamo accorti. Le piazze, lunedì sera su Rete 4, erano più o meno le stesse: una al Nord e l'altra al Sud per rispondere all'interrogativo divisivo se dopo il referendum di domenica scorsa siamo ora a “Nord contro Sud?”. I “tribuni” Maurizio Belpietro (in onda dalle 20.30 alle 21.15) e Paolo Del Debbio (dalle 21.15 a oltre mezzanotte), su un tema del genere, sono apparsi più di sempre a loro agio, arrivando persino ad atteggiarsi a pompieri. In realtà stiamo ancora qui a chiederci a chi giova, se non alla confusione, per non dire all'esasperazione degli animi, un dibattito del genere portando di fronte alle telecamere non persone ragionevoli, ma dei tifosi, o addirittura degli esagitati, che è impossibile definire “gente comune”. Anche perché la “gente comune” non garantirebbero lo spettacolo che richiede un talk show politico di studio e di piazza come Quinta colonna, che va in onda dal 27 agosto 2012 da sempre condotto da Del Debbio, giornalista lucchese, con un trascorso politico in Forza Italia e in precedenza studi di tutto rispetto tra un baccalaureato in Filosofia presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma e la licenza in Filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana. Ma nel suo programma attuale di filosofico c'è ben poco, nemmeno nel senso del detto popolare, perché lì con filosofia non la prende nessuno. E per tenere alta la tensione, oltre alla piazza, il conduttore porta in studio a più riprese sobillatori come il leghista Roberto Marcato o l'ex deputato e sindaco di Taranto Giancarlo Cito. Nuova stagione, dunque, ma formula invariata, per un talk show che ha fatto dell'antipolitica la sua regola. Per la cronaca, anche la seconda parte (Quinta colonna, prevede infatti due momenti separati nel corso della lunga serata) ha affrontato un tema molto delicato come la violenza sulle donne, ma lo ha fatto per gran parte con il solito criterio, dando voce anche a personaggi assurdi (comunque invitati in trasmissione) come il maschilista che denuncia il «nazifemminismo». Del Debbio sa il fatto suo e nella conduzione è molto spigliato, ma continuare a tenere un talk su questi registri non fa altro che alimentare il clima di tensione e di scontro che da tempo serpeggia in Italia.
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