«Io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso». Instancabilmente la Chiesa a ogni inizio di Quaresima ripete il grido del Signore: il mistero dell'iniquità è in atto! Il bene e il male convivono sulla terra come il grano buono e la zizzania. Il discernimento è difficile quando il seme germoglia, è necessario sospendere il giudizio fino al giorno della mietitura. Il male è ineliminabile dal mondo e i poveri saranno sempre con noi, ma occorre alla Chiesa vigilare perché il cuore non si appesantisca in gozzoviglie. Una splendida edizione della prima Versione della Bibbia di Lutero fa mostra di sé nel Kunsthistorisches Museum di Vienna e tra le varie pagine miniate si può ammirare una illustrazione della parabola del seminatore di zizzania. Un paesaggio rurale accoglie in primo piano un campo arato, dove uno strano seminatore è intento alla semina. Nel campo è già stato seminato del buon grano, lo si evince dalle spighe che qua e la già spuntano e dalla massaia che, dentro il mulino, sta impastando la farina. Un grande cartiglio con il passo del capitolo 13 di Matteo relativo alla parabola. Nel bagliore ingannevole della luce dorata ci accorgiamo dell'ambiguità dell'uomo intento alla semina: veste un abito monacale e ha la tonsura ma piedi, artigli, corna e barba biforcuta tradiscono la sua vera identità. Si tratta del demonio che, sotto le spoglie di una falsa religiosità, semina un verbo ben diverso dal Verbum Domini che la Chiesa dovrebbe spargere nel mondo.
Dalla parte opposta del mulino, e separato rispetto a questo da un albero, si erge una basilica. Al suo interno, non senza riferimenti polemici, l'artista luterano Heinrich Füllmaurer ritrae il Santo Padre, un cardinale, vescovi e sacerdoti, profondamente addormentati. Essi vinti dal sonno, lasciano la vigna del Signore nelle mani del nemico. Ma dall'alto dei Cieli vigila sul suo Verbo il Padre che compare tra le nubi circondato dagli angeli. Lo steccato, che divide il campo seminato dal resto del paesaggio, rimanda alla corona di spine e, quindi, alla passione del Signore, mentre l'albero sempreverde alla sua Risurrezione. Sono queste le verità che proteggono la vigna del Signore a dispetto delle condizioni storiche in cui versa. Al di là della polemica tra Riforma e Chiesa cattolica entro la quale si colloca questa Bibbia miniata, il messaggio è ancora sorprendentemente valido. Il nemico è sempre all'opera e non dorme mai. Se la Chiesa semina del buon grano mai deve presumere del lavoro svolto, la lotta contro il male impegna ogni generazione. Non bisogna però disperare, al di sopra della debolezza umana Dio vigila sulla sua Parola per realizzarla. E il salmo 91, che dà il là alla prima domenica di Quaresima (detta in antico invocavit, appunto dalla prima parola del versetto 15), fonda la Speranza cristiana: «Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso. Sì, il Signore risponderà e salverà dalla sventura tutti coloro che, rimanendo fedeli alla vigna del Signore, sopporteranno lo scandalo del male e si affideranno all'opera santificatrice dello Spirito che opera in ogni tempo e in ogni situazione».