Il messaggio del Risorto non conosce classe sociale o differenze di ceto, perché agli occhi di Dio ogni essere umano ha valore infinito, ognuno è chiamato a diventare testimone di un amore senza confini. Così la storia dei santi Proto e Giacinto dimostra che la fede cristiana è una forza che spesso viene portata nel mondo dagli umili. Scarse le notizie biografiche riguardanti questi due santi vissuti forse nel III secolo, anche se il loro martirio e il loro culto hanno riscontri storici. Per la tradizione essi erano due fratelli, eunuchi e schiavi della figlia del prefetto di Alessandria d'Egitto. La padrona, convertita al cristianesimo grazie alla loro testimonianza, cedette poi i due uomini a un'altra nobile, che si sarebbe poi a sua volta convertita. Sarebbe stato quindi il fidanzato di quest'ultima a denunciare i due schiavi, che subirono così il martirio per la loro fede.
Altri santi. Sant'Elia Speleota, abate (863-960); san Giovanni Gabriele Perboyre, sacerdote e martire (1802-1840).
Letture. Col 3,1-11; Sal 144; Lc 6,20-26.
Ambrosiano. 1Gv 3,17-24; Sal 111 (112); Lc 17,7-10.
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