Col sole di giugno, come un anno fa, sono in viaggio sulle sponde del Garda per lavoro. Una coincidenza che tuttavia mi porta a riflettere sui due periodi. Si nota la gente che esce di casa, ma la conta di chi non c'è più sembra come quando in Comune si stilava l'elenco di chi da una guerra non era tornato. Sabato si festeggiavano i cinquant'anni del Consorzio del vino Custoza ed ho appreso che Gianni Piccoli, vignaiolo a Valeggio sul Mincio, non c'è più: il Covid lo ha portato via alla vigilia di Natale. Per questo mi ha molto colpito che Flavio Bonardi, presidente della Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli Longobardi, per aprire i festeggiamenti dei 20 anni di questo sodalizio, abbia voluto la Santa Messa con tutti i sindaci in prima fila, nella chiesa di San Faustino a Brescia. Un modo per abbracciare chi c'è e ha deciso di ripartire, ma insieme, e chi non c'è più ma ha lasciato un segno. Il Covid ha comunque un lascito: la scoperta della prossimità e della comunità. Alla festa dell'Associazione Ristoratori di Brescia che si è tenuta lunedì sera a Salò mi si è avvicinato Abramo, produttore di piccoli frutti in Val Trompia, per dirmi che in quella valle lavorano in gruppo: sono partiti in 22, ora sono in cinque, ma il sodalizio ha tenuto e ora riparte con nuovi progetti. E poi m'ha detto: «In corso Garibaldi a Milano, al civico 83, un'edicola vende i miei piccoli frutti trasformati». Non ci volevo credere: sono passati 10 anni da quando lanciammo "L'idea del Cavolo" a Golosaria, ossia un esercizio pubblico di città che adotta un'azienda agricola, e ora sono in campo persino le edicole che mettono a frutto la loro propensione alla relazione. Si chiama "Colleganza" questo e gli esempi non mancano se penso a due aziende agricole di montagna, in Piemonte e Lombardia, distrutte da una fatalità, che hanno potuto ripartire grazie alla colletta di chi dal proprio lockdown ha tifato perché nessuno restasse indietro. Anche a Breme, dove cresce una cipolla buonissima, anni fa un atto vandalico distrusse la produzione. E oggi si temono i furti notturni, tanto che i produttori hanno deciso turni di sorveglianza. Colleganza, prossimità, inclusione, solidarietà sono le parole che più ricorrono e che hanno come esempio tantissimi giovani. La buona politica sussidiaria non può che assecondare e ascoltare questo sentimento comune. Che sembra il viatico per ripartire migliori di prima.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: