Il Vangelo non si concilia con alcuna forma di superstizione, né con l'idolatria: è questo il messaggio forte che costituisce l'eredità più preziosa lasciata da san Barbato alla sua Benevento. Nato nei primi anni del VII secolo, Barbato divenne sacerdote a Benevento e iniziò il suo ministero a Morcone impegnandosi contro le superstizioni e l'idolatria, appunto. Impegno che lo portò a essere scelto come vescovo di Benevento durante il ducato del longobardo Romualdo, che si ritrovò assediato dall'imperatore bizantino Costante II. Barbato, con il suo carisma, seppe dare alla cittadinanza la forza per resistere all'attacco e per questo lo stesso duca abbandonò le pratiche pagane allora ancora radicate come il culto dell'albero e della vipera. Un gesto che valorizzò gli sforzi del vescovo nel riportare i fedeli a una vita secondo il Vangelo. Barbato morì nel 682.Altri santi. San Mansueto di Milano, vescovo (VII sec.); beato Giuseppe Zaplata, religioso e martire (1904-1945).Letture. Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25.Ambrosiano. Qo 9,7-12; Sal 5; Mc 13,9b-13.
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