Nella fastosa corte dell’imperatore dei Persiani grava un clima cupo e tristemente presago. Da molto tempo il giovane e impetuoso sovrano Serse è partito con la sua immensa armata e la sua potentissima flotta verso la Grecia, con l’intenzione di distruggerla. Ma il fatto che tanto tempo sia trascorso senza che qualche messaggero sia giunto a corte a portare notizie, giustifica funesti presagi. La tragedia I Persiani, di Eschilo, ha inizio con il coro dei dignitari del re, che manifesta questa situazione di angoscia. La regina, madre di Serse e vedova del giusto Dario, ha avuto tremendi sogni premonitori. I dignitari dell’imperatore di Persia saggi, depositari di una sapienza antica e magica. evocano lo spirito del defunto imperatore, che appare, in forma di spettro. E come tale conosce la verità di ciò che sta avvenendo e avverrà: l’immensa armata dei Persiani è stata distrutta dal manipolo dei gloriosi greci. I pochi reduci stanno compiendo un disperato viaggio di ritorno. La disfatta ha una colpa: Serse è stato arrogante, collegando con un ponte di barche la riva dell’Ellesponto. Il mare è sacro, si può navigare, non violare: il ponte di barche collegate lo ha violato. Da cui la punizione per i Persiani: è stato compiuto un sacrilegio.
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