giovedì 15 maggio 2008
Pazzie? No, scemenze! Si parla della vicenda del cardiochirurgo accusato di azioni poco onorevoli e su "Repubblica", 13/5, pag. 1: "Il Belpaese bigotto e perverso") Francesco Merlo " ieri qui già giustamente bacchettato da Marina Corradi " reagisce indignato. Scrive che «sa» bene, lui, che «le presunte porcherie del professore non c'entrano nulla con i cardinali Ruini e Bertone» e aggiunge benevolo che «le tante notti travestite del brasiliano Ronaldo a prima vista non hanno niente a che fare con le omelie del papa contro la 194», ma poi spara 200 righe fitte per dire che in fin dei conti la colpa è tutta della Chiesa, «ossessionata dalla legge sull'aborto e convinta che la sessualità sia una branca della teologia». «A prima vista»? Una scemenza! Il giorno prima sul "Riformista" (pag. 7: "Più macabra l'arte di Schneider o la maschera di Padre Pio?" era di turno Francesco Bonami. Per lui l'artista tedesco che vuole esporre in una galleria d'arte «un morente o un morto fresco" come opera d'arte» ha più rispetto della vita e della morte di quanta non ne abbia" «il Vaticano». E perché? Perché a S. Giovanni Rotondo c'è stata «la riesumazione del cadavere di Padre Pio». E giù, anche lui, 150 righe. Vale la pena di discutere? No! Non sono pazzie. Sono scemenze. E allora? Allora niente. Si sa infatti che la pazzia può essere oggetto di cura, talora si guarisce, e anche senza guarigione talvolta riceviamo lezioni di vita che valgono anche per i saggi. Per le scemenze, invece, non si deve fare niente: vanno lasciate in libertà, a certificare la pochezza dei loro autori.
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