Tentano un po' il gioco della "strana coppia". Non è un caso che nella sigla di testa appaiano come "starring". Sono David Parenzo e Luca Telese In onda (nel vero senso della parola e del titolo del programma) tutti i giorni, dal lunedì al sabato, alle 20.35 su La 7. Parenzo, padovano, 41 anni, è un conduttore televisivo che ha lavorato anche per la carta stampata. La notorietà, però, la deve alla radio e in particolare a La zanzara in coppia con Giuseppe Cruciani. Telese, cagliaritano, 47 anni, ha un percorso giornalistico variegato: da portavoce di Rifondazione comunista a commentatore del “Giornale” e de “La verità”. Anche lui vanta una presenza a La zanzara. Ma soprattutto ha avuto la possibilità di condurre per tre anni Matrix su Canale 5. Parenzo e Telese hanno già lavorato insieme su La 7 al talk show politico Terza Repubblica. Dal luglio scorso conducono, come detto, In onda, l'approfondimento quotidiano che tiene in caldo il posto alla Gruber quando tornerà con il suo Otto e mezzo. L'emittente di Cairo si conferma così la più avvezza ai talk show, nonostante che il genere non goda di buona salute. Eppure, almeno in quell'orario, La 7 non ci rinuncia mai, neppure d'estate. È una scommessa, insomma, che proprio nella buona stagione, senza la concorrenza invernale, può essere vinta. A volte è successo, come con la puntata di luglio con ospite unico Silvio Berlusconi, ma anche in qualcuna delle serate recenti con i dibattiti dopo l'attentato di Barcellona. Più fiacche le puntate su temi banalmente estivi come il caldo, la dieta, i viaggiatori, ma anche l'apologia o meno del fascismo. L'impostazione è quella classica del talk show con ospiti in studio e in collegamento esterno (in genere tre in tutto, a parte i casi particolari) più alcuni servizi realizzati allo scopo. Come spesso succede, molto dipende dagli intervistati, anche se le interviste di Parenzo e Telese non sono male. Entrambi parlano con cognizione di causa, anche se a volte non è facile tenere testa alle sciocchezze di Salvini sul Papa e sul Vaticano com'è successo lunedì scorso. Ma quello che regge meno è proprio il tentativo della “strana coppia” di duettare con quell'ironia che funziona in radio, ma che è difficile trasferire in tv, quando oltre alla voce e alla parola ci si mette la faccia, la gestualità e l'abbigliamento.
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