È solo un porto sicuro quello che cerchiamo tutta la vita, un approdo dove trovare ristoro e magari qualcuno che ci accolga, ci faccia sentire a casa, ci aiuti a guarire dalle nostre ferite e dalle nostre sofferenze. Insomma tutti vorremmo avere accanto un compagno di viaggio come sant’Ugo Canefri da Genova, che nel capoluogo ligure fu padre e fratello per molti nel complesso di San Giovanni di Pré, conosciuto come la Commenda di San Giovanni di Pré. In quel luogo, di fronte ai moli con il loro andirivieni di persone e merci, egli si fece vicino ai malati e ai bisognosi e, secondo la tradizione, compì numerosi segni prodigiosi. Era nato attorno al 1168 in una famiglia di nobili di Alessandria che avevano sostenuto e partecipato alla terza Crociata (1189-1192),
anche se non è sicura la sua presenza sul campo di battaglia. Di certo Ugo vide con i propri occhi il dolore causato dalla violenza delle armi e le conseguenze della violenza. Davanti alle miserie e alle sofferenze del conflitto e probabilmente anche a causa dei disordini morali dei suoi compagni soldati, Ugo decise di entrare a far parte dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, i cavalieri ospitalieri. Dopo il rientro dalla Terra Santa, Canefri fu inviato a combattere la propria battaglia accanto ai malati proprio lì, a San Giovanni di Pré, nei pressi del porto, ponte aperto sul mondo. Morì nel 1233 e poco dopo l’arcivescovo di Genova, Ottone Ghilini, per incarico di papa Gregorio IX, aprì la causa di canonizzazione.
Altri santi. Santa Pelagia, martire (II-III sec.); san Felice di Como, vescovo (IV sec.).
Letture. Romano. Gal 3,22-29; Sal 104; Lc 11,27-28.
Ambrosiano. Dt 16,13-17; Sal 98 (99); Rm 12, 3-8; Gv 15,12-17.
Bizantino. 1Cor 15,39-45; Lc 5,27-32.
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