Non siamo soli a combattere i nostri personali “draghi”, con le loro minacce e le loro ombre. Ad aiutarci a vincere le nostre paure, che troppo spesso bloccano il passo e ci inceneriscono c’è la potenza del Vangelo di Cristo, l’annuncio del Risorto che ha vinto le fauci della morte. Non solo: la fede è quell’arma che non solo vince il male, ma che converte, illumina e fa crescere la speranza. Icona di questa battaglia è san Giorgio, che secondo la tradizione uccise il drago che minacciava Silene. Il racconto è leggendario ma esprime la grandezza di un santo che di fatto è venerato in tutto il mondo e ha ispirato movimenti e associazioni. La sua biografia ci è giunta confusa e arricchita da racconti senza fondamento storico. Secondo un antico racconto della passione, una «Passio», Giorgio era nato in Cappadocia e fu educato nella fede dai genitori. Divenne poi tribuno dell’armata dell’imperatore di Persia Daciano, anche se altre versioni lo indicano come membro dell’armata di Diocleziano (243-313) imperatore romano, che nel 303 decretò diede vita a una feroce persecuzione contro i cristiani. Giorgio si ribellò: strappò l’editto dell’imperatore e si dichiarò cristiano. Per questo fu arrestato, torturato, incarcerato e poi ucciso. Aveva vinto la violenza offrendo la propria vita.
Altri santi. Sant’Adalberto di Praga, vescovo e martire (956-997); beata Maria Gabriella Sagheddu, monaca (1914-1939).
Letture. Romano. At 2,14.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35.
Ambrosiano. At 19,1b-7; Sal 106 (107); Eb 9,11-15; Gv 1,29-34.
Bizantino. At 11,1-11; Mc 15,43-16,8.
t.me/santoavvenire
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