«Stringimi forte abbracciami, prima che s'alzi il vento; stringimi forte abbracciami, prima che scada il tempo». Così ci cantò Giorgio Conte un anno fa, quando inviò questo testo durante il primo lockdown per manifestare la tenerezza di tenersi per mano davanti a un periodo pieno di incognite, secondo il detto di Alda Merini: «Ci si abbraccia per ritrovarsi interi». Ora, se è vero che nella visione dell'eternità il tempo non ha date, nella realtà di tutti i giorni c'è sempre qualcosa che scade. Per esempio per chi ha un'attività legata al commercio e sa di poter reggere ancora un mese, forse due... poi potrebbe esserci il tracollo. Mi scrivono due lettori. Il primo, un ristoratore, non vuol credere che il Decreto Sostegno sia il risultato di una pioggia di soldi che a malapena servono per pagare le bollette di un mese, mentre si chiede perché mai un uomo di finanza come Draghi non parli di iniziative legate al credito. Già, perché si riparte investendo e non dispensando elemosine: «Se i 100 miliardi stanziati dal governo precedente fossero stati spesi come linee di credito per le imprese, avremmo una disponibilità, grazie all'effetto leva, mettendo le imprese nella condizione di resistere e prepararsi alla ripresa». E parleremmo anche meno di licenziamenti, forse. Il secondo che mi scrive è invece un uomo della sanità in pensione, che immaginava di trovarsi in una «comfort zone». Ma dice: «In questi giorni sono tornati i funerali: amici e parenti che se ne vanno o che soffrono. E pensi all'infinità di doni e giorni felici, di quella gratuità sovrabbondante che non sempre hai saputo riconoscere, ma che rende più densi di significato i giorni o il bicchiere di vino bevuto con tua moglie». Sembra di sentire la canzone di Conte: «Stringimi forte, abbracciami…». Ma la metafora di queste parole e di quelle note, che evocano il vento e la parola fine, è anche un grido che rischia di farsi più acuto, se poi scade il tempo. Chi si prende cura di una microeconomia che rischia la polverizzazione o dell'economia di un Paese che presto dovrà fare i conti con un nuovo maxi-scostamento di bilancio? Una domanda che urge perché, anche a nome dei nostri figli, vorremmo che a tema ci fosse il futuro... prima che scada il tempo.
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