martedì 15 luglio 2003
Tutto, da noi, è reso difficile dalla burocrazia. Lo sa chi deve disdire un telefono, o una tassa sui rifiuti" Ma da domenica c'è uno spiraglio azzurro. Con "strillo" in prima, "Un calvario per sbattezzarmi", e l'intera p. 22, "Repubblica" di domenica ci racconta trionfale della lotta di Gianni C., di Fossalta di Piave, che ha voluto "sbattezzarsi". Un eroe della post-modernità. Anzi del futuro. Non sopportava, lui, allergico a "imposizioni e dogmi", che il suo nome fosse lì, nell'inerme registro della parrocchia, e ha mosso mari e monti, ecclesiastici e laici. Si sentiva prigioniero! Del resto proprio lì sopra, in prima, c'è la storia dei "prigionieri sotto un tetto d'acciaio" nelle galere Usa. Lui peggio! Non voleva far più parte della Chiesa, e giù una pagina di lamenti e proteste, di sofferenze e resistenze di fronte alle "prepotenze" di Chiesa e di Stato complice" Si è "arrabbiato sul serio": con la legge, con il Garante della privacy, con i diversi tribunali che ha dovuto scomodare, e naturalmente con i preti. Ma finalmente ha vinto! Ha vinto? Certo. Lo hanno cancellato! O meglio: hanno annotato, sul solito maledetto registro, che lui ora non è più d'accordo. E vive felice e contento, almeno da quello che racconta "Repubblica". Che dire? Viva la libertà! Con due postille. La prima: in sette colonne neppure una parola per ricordare che i veri "colpevoli" del misfatto furono i genitori dell'eroe. Seconda: questo Gianni C. è un capo! La sinistra del futuro, inutilmente radunata a Londra, piena di fumo, nel ritorno passi a Fossalta di Piave. Macché "Ecce Bombo"! Ecco il leader"
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