Apostoli della gioia, portatori della luce che vince le nostre diffidenze e guarisce le nostre ferite: essere cristiani significa anche saper sorridere e abbracciare la vita per la sua allegra bellezza nonostante i tanti drammi di ogni giorno. Così visse san Nicola da Tolentino, che colpiva tutti proprio perché, nonostante la rigorosa vita ascetica, tra preghiera e penitenze, aveva sempre una parola di gioia per tutti e coltivava nel cuore una profonda allegria. Nicola è anche protettore della maternità, perché la sua stessa nascita fu visto dai genitori come un segno miracoloso, perché giunt quando essi erano avanti con gli anni. Nato nel 1245 a Castel Sant'Angelo in Pontano nella diocesi di Fermo, a 14 anni era entrato fra gli eremitani di sant'Agostino di Castel Sant'Angelo. Divenne sacerdote nel a Cingoli, dedicandosi poi alla predicazione nel territorio marchigiano. Pur essendo un asceta, a chi si rivolgeva a lui nel confessionale sapeva comunicare con il sorriso il senso del perdono di Dio. Nel 1275 si stabilì a Tolentino dove restò fino alla morte il 10 settembre 1305.
Altri santi. San Nemesio di Alessandria, martire (III sec.); sant'Auberto di Avranches, vescovo (VIII sec.).
Letture. Romano. 1Tm 1,1-2.12-14; Sal 15; Lc 6,39-42.
Ambrosiano. 1Gv 2,18-29; Sal 143 (144); Lc 16,19-31.
Bizantino. Ef 1,7-17; Gv 3,16-21.
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