Quella testimoniata dai santi Nicandro e Marciano è una fede coraggiosa, difesa attraverso l'offerta di sé, un atto, però, che non è gesto eroico solitario, ma frutto di una condivisione con la comunità e la famiglia. La vicenda dei patroni della diocesi di Isernia-Venafro si colloca nel contesto della persecuzione di Diocleziano nel 304. A Venafro tra l'anfiteatro romano e il tempio pagano della dea Bona «sulle cui fondamenta sorge oggi la Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo» vivevano due ufficiali dell'esercito romano: Nicandro e Marciano. La loro origine è incerta (forse erano della Grecia) ma di certo si sa che avevano aderito alla fede e per questo rifiutarono si sacrificare agli dei pagani. Questo costò loro la vita e con essi fu martirizzata anche la moglie di Nicandro, Daria, anche lei cristiana, che aveva sostenuto il marito nella scelta di non abiurare e rinnegare la loro fede. I loro corpi furono seppelliti nei pressi di Venafro, dove già nel 313 fu eretta la Basilica cimiteriale a loro dedicata. Nel 1930 furono rinvenuti i loro sepolcri.
Altri santi. Beata Teresa del Portogallo, regina (1181-1250); beato Pietro Gambacorta, fondatore (XV sec.).
Letture. Romano. 2 Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15.
Ambrosiano. Nm 20,22-29; Sal 104 (105); Lc 6,20a.24-26.
Bizantino. Rm 11,13-24; Mt 11,27-30.
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