Nella trappa l’esperienza di una vita totalmente avvolta nell’amore di Dio
mercoledì 26 aprile 2023
Vivere per e in Dio, lasciarsi portare nell’infinito amore dal quale tutto dipende, affidarsi a Colui che è la radice dell’esistenza: erano questi, forse, i desideri più profondi che animarono il cuore di san Rafael Arnaiz Barón, giovane spagnolo morto a 27 anni nel 1938. Nato a Burgos nel 1911, Rafael era un giovane amante della vita, ottimo studente e destinato a un futuro di successo. Ma a muoversi dentro di lui c’era il senso di una fede radicata e una spiritualità che lui alimentava con la preghiera, l’adorazione eucaristica, i gesti di penitenza. Fu grazie allo zio Leopoldo che trovò la propria strada: a 21 anni, dopo aver letto la biografia di un trappista fatta pubblicare proprio dal parente, Rafael decise di partecipare agli esercizi spirituali in una trappa. Ne nacque un percorso che all’inizio del 1934 lo portò a entrare
nella trappa di San Isidro di Dueñas. Il primo a ricevere la notizia fu lo zio, ma anche il resto della famiglia, anche se sognava una vita diversa per il giovane, alla fine ne condivise la scelta. Affascinato e rapito dalla vita della trappa, riferiva alla famiglia la profonda gioia provocata da quello stile austero ed essenziale. Pochi mesi dopo però fu colpito dal diabete mellito che lo portò in breve tempo alla morte: aveva trascorso nella trappa appena 19 mesi e 12 giorni. È beato dal 1992 e santo dal 2009. Altri santi. San Cleto (Anacleto), Papa (I sec.); beato Stanislaw Kubista, martire (1898-1940). Letture. Romano. At 8,1-8; Sal 65; Gv 6,35-40. Ambrosiano. At 6,1-7; Sal 32 (33); Gv 6,1-15. Bizantino. At 8,18-25; Gv 6,35-39. t.me/santoavvenire
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI