Come una saggia tessitura di profezia e storia, la fede ha sempre dato forma ai rapporti sociali, illuminando con la sua forza gli angoli più bui, i più bisognosi di speranza. Tra i tanti testimoni di questo perenne intreccio tra Vangelo e società c’è anche san Vincenzo Grossi, sacerdote, che con pazienza e umiltà fu un pastore e un padre per la sua gente. Era nato a Pizzighettone (Cremona) il 9 marzo 1845; figlio di un mugnaio, per aiutare la famiglia dovette attendere fino al 1866 per poter seguire la propria vocazione ed entrare in Seminario. Venne ordinato il 22 maggio 1869 ed ebbe come primo incarico quello di vicario cooperatore in diverse parrocchie. Nel 1873 divenne parroco a Regona di Pizzighettone e nel 1883, fino alla morte per 34 anni, a Vicobellignano. Nel suo ministero ben presto comprese che una delle priorità del tempo era l’educazione delle nuove generazioni, in particolare delle ragazze, da sempre escluse dall’istruzione e quindi dalla possibilità di costruirsi un futuro diverso. Per questo, con l’aiuto di alcune donne, fondò l’Istituto delle Figlie dell’Oratorio, affidandolo alla protezione di san Filippo Neri. Il mandato era quello di educare e formare le ragazze nei paesi di campagna e nelle periferie cittadine in collaborazione con i parroci. Don Grossi guidò con attenzione la congregazione, senza tralasciare l’impegno in parrocchia. Morì a causa di una peritonite fulminante il 7 novembre 1917 ed è santo dal 2015.
Altri santi. San Prosdocimo di Padova, vescovo (II sec.); beato Antonio Baldinucci, religioso (XVII sec.).
Letture. Romano. Rm 12,5-16; Sal 130; Lc 14,15-24.
Ambrosiano. Ap 19,11-16; Sal 95 (96); Mt 24,45-51.
Bizantino. 1Ts 3,8b-13; Lc 12,42-48.
t.me/santoavvenire
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