Paola e Vittorio erano in fila ad attendere il loro turno da più di un’ora. La biglietteria fu presa letteralmente d’assalto per quello che, in città, era l’avvenimento dell’anno. Il «Festival delle Prospettive» arrivava ogni prima settimana di aprile, e i biglietti si esaurivano in poche ore. La città si trasformava, come accade per ogni grande manifestazione di interesse. E così, da ogni angolo del mondo, arrivavano persone per poter sperimentare diversi punti di vista. Il Festival era come un grande luna park, fatto di attrazioni di vario tipo. In una di queste si poteva scegliere un giorno dell’ultimo anno e riviverlo cambiando prospettiva. In un altro si poteva rivedere un film visto ma con gli occhi di uno dei protagonisti. E, ancora, tra le decine di opzioni possibili, si poteva rileggere la storia di un libro dalla prospettiva di uno dei personaggi. Non mancava la parte sportiva: in uno stand – uno di quelli con file più lunghe, neanche fosse il più bel gioco di Gardaland – si poteva indossare un visore virtuale e vivere una partita del campionato di calcio vista dall’arbitro, dal giocatore preferito o dall’allenatore. «Come cambiano le emozioni, con punti di vista diversi!», disse visibilmente esaltata Paola. «È vero. Sai che ora capisco perché il mio calciatore preferito è stato sostituito, due settimane fa, a metà primo tempo? Non avrei mai immaginato il vero motivo». «Certo – continuò Paola –, così come non avresti mai pensato che il protagonista di quel thriller che abbiamo visto insieme fosse così sensibile. I film spesso mascherano alcuni tratti dei personaggi».Paola e Vittorio rimasero molto colpiti da quella esperienza. Il Festival delle Prospettive in realtà era un viaggio dentro se stessi. Tutto cambia in base allo stato d’animo con cui approcciamo la vita: film, libro o semplice chiacchierata. Cambiare prospettiva più spesso per affrontare una giornata faticosa, un imprevisto o avere una visione d’insieme più oggettiva su qualcosa, sarebbe salutare. Che, poi, è tutti questione di punti di vista: come gli aquiloni – cito Enzo Iacchetti – che credono sia la terra a essere attaccata al filo. Una cosa è certa: è bello poter scegliere tra prospettive diverse. Aveva ragione Omero: Niente è bello sotto tutti i punti di vista.
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