L'articolo di Roberto Colombo «Indossare la mascherina è segno di carità pastorale», uscito su “Avvenire” domenica 2 gennaio 2022 (qui bit.ly/3zpiUXv e a p. 9 dell'edizione cartacea), ha fatto letteralmente il giro dei siti cattolici americani, grazie alla ripresa che ne ha dato il giorno dopo Cindy Wooden sul “Catholic News Service”, agenzia di stampa della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ( bit.ly/32QLncS ). La giornalista statunitense guida da lungo tempo l'ufficio romano di corrispondenza della sua agenzia ed è spesso ripresa dalle più autorevoli testate cattoliche anglofone. Nel resoconto, illustrato da una bella immagine di milanesi con la mascherina sullo sfondo del Duomo, sottolinea che Colombo è sia un sacerdote sia un genetista, docente alla Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica, nonché membro della Pontificia Accademia per la vita; poi ripercorre, contestualizzandoli, i punti che ritiene significativi, nell'articolo italiano, stante la situazione pastorale che la pandemia ha prodotto oltre Atlantico. Richiama le regole formulate e ribadite dai vescovi italiani per la partecipazione alla Messa e il loro successo, dopo un anno e mezzo di applicazione, nel salvaguardare la salute delle persone senza gravare di altri oneri (come l'eventuale controllo del Green pass) le parrocchie; l'ottimo andamento della campagna vaccinale in Italia anche tra sacerdoti, operatori pastorali e fedeli; la necessità tuttavia, di fronte alla nuova ondata di contagi, di calzare anche a Messa, pur non essendovi l'obbligo, mascherine ad alto filtraggio. Ma, facendo suo il taglio che anche il titolo di “Avvenire” dà all'articolo, attira l'attenzione dei suoi lettori soprattutto su quel che Colombo dice in qualità di prete: per quanto sia scomodo, indossare la mascherina a Messa «è un piccolo sacrificio che possiamo portare all'altare come offerta gradita a Dio per il bene di tutti suoi figli».
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