Ecologia deriva dal greco oikos, casa, e logos, discorso/studio, per cui si intende la scienza che si occupa delle relazioni tra i vari organismi viventi e l’ambiente, cioè la scienza degli ecosistemi (le comunità di organismi e ambienti in cui vivono). Dai primi anni 70 (vedi Club di Roma, 1972) cresce la preoccupazione per la “crisi ambientale” e la questione ecologica: le minacce dovute all’inquinamento, il consumo delle risorse naturali, i cambiamenti climatici, l’estinzione di tante specie biologiche. Di fronte a ciò, si sono sviluppati diversi approcci etici che si possono sintetizzare in tre correnti principali: Etiche della terra, Etiche della vita ed Etiche antropocentriche, queste ultime orientate alla centralità dell’uomo, ma favorendo la tutela dell’ambiente e la responsabilità verso di esso.
Le istituzioni internazionali hanno affrontato le problematiche ambientali con vari documenti e conferenze delle Nazioni Unite, da quella di Rio de Janeiro del 1992 al Forum di Johannesburg del 2002, riflettendo sullo sviluppo sostenibile e l’impatto sulle generazioni future. Particolare attenzione è stata dedicata al tema del clima (Conferenza di Parigi del 2015).
Anche le religioni sono diventate sempre più sensibili e attive nel campo dell’ecologia e della salvaguardia del creato, in particolare il Consiglio ecumenico delle Chiese, con il cammino «Giustizia, pace e salvaguardia del creato» (cfr. Seoul 1990) e le tre Assemblee ecumeniche europee (Basilea 1989, Graz 1997, Sibiu 2007). In Italia merita ricordare il contributo della Fondazione Lanza di Padova e il Gruppo Custodia del Creato della Cei.
In effetti, la Chiesa cattolica comincia ad affrontare tali problematiche con Paolo VI (1971) e sviluppa un’ampia trattazione con Giovanni Paolo II, con Benedetto XVI e poi con papa Francesco che vi dedica l’enciclica Laudato si’ (2015). Papa Francesco affronta i vari aspetti della crisi ecologica, ne analizza le cause più profonde, attinge alla tradizione giudeo-cristiana per promuovere linee di impegno, di dialogo e di azioni concrete che coinvolgono tutti, a livello personale, politico, istituzionale. L’enciclica ricorda che tutto è in relazione, che è centrale la questione dell’uomo per comprendere e sviluppare la responsabilità e la cura della “casa comune”, che occorre una conversione ecologica personale e comunitaria, che è importante attingere anche alla spiritualità e a uno sguardo di stupore e meraviglia verso il creato. La prospettiva è una “ecologia integrale” che comprenda le dimensioni umane e sociali: «Tutto è collegato. Per questo si richiede una preoccupazione per l’ambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società» (Laudato si’, n. 91).
La bioetica è stimolata a dialogare maggiormente con l’etica ambientale e quella sociale, per sviluppare criteri etici di valutazione e azione; ciò si inserisce nelle prospettive della “bioetica globale” (cfr. “Avvenire” 14 luglio 2022).
Cancelliere
Pontificia Accademia per la Vita
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