Torino e le Olimpiadi, diciamola tutta: m"ha emozionato. L"inaugurazione è stata una festa memorabile. Il volto di questa città si è completamente rinnovato. Le polemiche del prima e del dopo sono state tutte assorbite, persino quella che riguardava McDonald"s che, per un"esclusiva di sponsorizzazione, aveva impedito di utilizzare il nome dell"evento ad altri esercizi che avevano a che fare con la ristorazione. Ma la Provincia di Torino, il Comune e la Regione Piemonte hanno dato un tocco di classe, bisogna dar loro atto. Il Comune ha dato lustro con le sue botteghe storiche, la Regione ha aperto un ristorante che, a turno, mette a cucinare i 23 migliori chef piemontesi riconosciuti dalla critica e la Provincia di Torino ha deciso di essere sponsor dei Giochi Olimpici con il Paniere dei suoi prodotti. Un"idea geniale, che arriva da un lungo lavoro di ricerca e di selezione, per portare quell"agricoltura viva a contatto con i consumatori. Un milione di euro e il Paniere è diventato la base di wine bar e punti di ristoro che parlano il piemontese. Ma il sistema del Paniere ha altre valenze che vanno oltre alla mera promozione. Innanzitutto rappresenta uno spaccato dell"Italia, perché l"Italia dei sapori è fatta di tanti panieri: provinciali, di aree, di zone. E poi parlare dei prodotti della propria agricoltura vuol dire legarsi alla stagionalità dei prodotti. Avete mai sentito parlare del Ramiè? È un raro vino rosso che producono in Val di Susa. E che dire del prosciuttello crudo che l"azienda San Giuliano del bravissimo signor Giai produce con l"aria di questa valle per uno dei migliori salumi italiani. È poi un mito, il cavolo verza di Montaldo Dora che in Piemonte si cucina con un sugo a base di olio acciughe e aceto di vino. Presto sarà la volta delle ciliegie di Pecetto Torinese o dell"asparago di Santena, fino al peperone di Carmagnola, mentre i formaggi presentano una teoria di sapori che vanno dalla Toma di Lanzo al Seiras avvolto nel fieno. Poi i giandujotti, il genepì, i canestrelli e i grissini.
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