Tutti gli uomini conoscono l'utilità delle cose utili. Pochi sono coloro che conoscono l'utilità delle cose futili.
Sto leggendo un'antologia dei tre grandi maestri della scuola filosofica taoista, Lao-tzu, Lieh-tzu e Chuang-tzu ("tzu" in cinese significa "maestro"). Di quest'ultimo, vissuto tra il IV-III sec. a.C., trovo l'aforisma citato, a prima vista sconcertante soprattutto se si tiene conto dell'esaltazione della sapienza compiuta
da questi maestri. In verità c'è un aspetto significativo da considerare, che ben s'adatta a questi giorni di ferie e di riposo. Come è necessario saper staccare dal lavoro e dalla tensione, così bisogna essere in grado di interrompere una serietà che alla fine diventa grettezza, sufficienza, musoneria. Tutti abbiamo avuto occasione di incontrare persone che ti fanno sentire miserabili e meschini a causa del loro cipiglio, mai pronte a una battuta, a un piccolo cedimento verso una "futilità".
Aveva, perciò, ragione la scrittrice francese Simone de Beauvoir (1908-1986) quando affermava che «l'uomo troppo serio è pericoloso; è naturale che si faccia tiranno». Riconciliamoci, allora, col sorriso, con l'hobby che ci distrae, con la divertita partecipazione alle realtà ironiche della vita, a perdere un po'
di tempo a giocare coi bambini e persino a scherzare con gli animali. Eraclito, il celebre filosofo greco, passava ore a giocare a scacchi coi ragazzi sui gradini del tempio di Artemide a Efeso. Fermo restando, come è ovvio, che non si deve, però, cadere nell'eccesso opposto facendo della vita uno spumeggiante, fatuo e vacuo giuoco di banalità e di futilità.
© Riproduzione riservata
ARGOMENTI: