lunedì 17 ottobre 2022
I quotidiani sono dannazione ma anche salvezza. Le infinite parole sulla guerra, ma pure sulle inesauste schermaglie politiche, s’infrangono sulle prime pagine come onde schiumose sulla battigia. Eppure, avendo la pazienza di sfogliare e sfogliare osando oltre, trovi perfino qualche ottimo motivo per sorridere e irrigare il sempre più stentato giardino dell’ottimismo. C’è salvezza se un direttore o un caporedattore, colto da improvvisa, lodevole follia, spedisce l’inviata Brunella Giovara (“Repubblica”, 13/10) a Casalecchio di Reno (Bologna), titolo: «Qualcuno volò sul campo di calcetto. L’epopea della squadra più bizzarra d’Italia». Il sommario spiega la bizzarria: «Sono tutti affetti da patologie psichiatriche». Insomma una squadra, i Diavoli Rossi, di tutte ali destre, ruolo destinato al “matto”. Incipit fulminante: «Distratto da chissà quali pensieri, un Diavolo passeggia a metà campo, con le mani dietro la schiena. Ma di colpo l’azione si avvicina, la palla gli capita a tiro, e lui tira. Un gol clamoroso (il portiere fa finta di niente, e guarda un aereo che passa lassù)». Si chiama pallone come terapia e funziona: «La squadra dei Diavoli Rossi è un mito, e non solo dalle parti di Bologna. Veri combattenti, sul campo e a casa, alle prese con varie patologie psichiatriche che non stiamo a raccontare, ma “medio-alte, sono tutti seguiti dai Centri di salute mentale” spiega Mino Di Taranto», 67 anni, infermiere e allenatore. Le loro parole sono uno spruzzo di insensatezza sana dopo troppe insensatezze malsane. Cambi testata e sul “Corriere” (13/10) trovi mezza pagina dedicata a Sebastiano “Bustianu” Maccioni, ingegnere sardo che ha rinnovato la patente a 104 anni perché (titolo) «La Seicento è la mia libertà» e senza sarebbe morto. A Elvira Serra racconta l’incontro con la commissione: «Mi hanno fatto chiacchierare parecchio e si sono resi conto, credo, che non sono ancora rimbambito». Cercavamo un presidente per Senato o Camera, maturo ed equilibrato, e l’avremmo avuto bell’e pronto a Nuoro (oltre che a Roma, nei panni di una grande senatrice a vita). A proposito, i quotidiani di ieri (14/10) si contraddicono su Lorenzo Fontana. Per la “Stampa” è «filo-Putin»; per la “Repubblica” «Entusiasta di Putin»; per il “Corriere” «Non è mai stato un ammiratore di Putin»; il “Giornale” glissa e tace. Come Putin, in tutt’altre faccende affaccendato. © riproduzione riservata
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