martedì 24 gennaio 2017
L'immaginazione romanzesca ci aiuta a rispondere alle domande che si presentano a noi quando ascoltiamo il Vangelo. Un buon esempio è quello proposto da G.K. Chesterton, che crea un contesto illuminante a una delle parole centrali che Gesù rivolge ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16,24-25). Chesterton sostiene che questo apoftegma evangelico potrebbe figurare nell'insegna sull'ingresso di un club di alpinisti o di un'associazione di soccorso ai naufraghi. E spiega: immaginiamo che l'imbarcazione in cui ci troviamo sia sul punto di fare naufragio. Abbiamo due scelte possibili: rimanere impauriti dove siamo, rischiando di colare a picco assieme alla barca, o, senza possedere grandi certezze ma obbedendo alla chiamata della vita, tuffarci in alto mare. Chi voglia salvarsi la vita deve accettare la possibilità di perderla. Solo correndo questo rischio la potremo veramente salvare. La fede non è camminare per un territorio ricco di garanzie, dove tutto è assicurato. «Credo perché è assurdo». Questa frase attribuita a Tertulliano ha qualcosa da insegnarci.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI