La potenza di un soffio, un vento arrivato dall’est che ha cambiato l’Europa e il mondo, un vento che ha saputo spingere milioni di donne e uomini, insieme, a costruire un mondo migliore. Così forse potrebbe essere descritta la vita e l’eredità di Karol Wojtyla, san Giovanni Paolo II, un pastore che ha saputo parlare all’umanità accogliendone le istanze ma richiamando ai principi di una autentica civiltà dell’amore. Una corsa esistenziale, quella di Wojtyla, che ha attraversato il XX secolo, concludendosi il 2 aprile 2005, alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia. Il suo ministero petrino, iniziato il 22 ottobre 1978, si era aperto con l’invito a non avere paura e a spalancare le porte a Cristo. Un invito che oggi conserva tutta la sua profezia. D’altra parte Karol Wojtyla, con i suoi gesti intensi e le sue parole profonde, ha mostrato a tutti cosa vuol dire essere ovunque coraggiosi testimoni del Vangelo. E davvero il suo vulcanico pontificato arrivò ovunque, in effetti, e lo vide impegnato a strigliare i potenti, a mettere in guardia dalle ideologie, a piegarsi sulle ferite dell’umanità. Wojtyla era nato a Wadowice il 18 maggio 1920 ed era stato operaio, poeta, attore. Prete nel 1946, vescovo nel 1958 e arcivescovo di Cracovia nel 1964, cardinale nel 1967, infine eletto Papa il 16 ottobre 1978. Un Papa che non temeva di mostrare la propria umanità rimanendo sempre una guida salda e autorevole. Anche nella malattia. Alla sua morte la richiesta di popolo: santo subito. È stato canonizzato il 27 aprile 2014.
Altri santi. San Marco di Gerusalemme, vescovo (II sec.); san Donato di Fiesole, vescovo (VIII-IX sec.).
Letture. Romano. Is 45,1.4-6; Sal 95; 1Ts 1,1-5; Mt 22,15-21. Ambrosiano. At 10, 34-48a; Sal 95 (96); 1Cor 1, 17b-24; Lc 24, 44-49a. Bizantino. Gal 2,16-20; Lc 8,26-39.
t.me/santoavvenire
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